Arte e natura potrebbero essere le due parole chiave di Elisa Latini. Una donna la cui passione traspare nel luccichio dello sguardo, quando racconta in modo sereno ma deciso tutti i motivi per cui dipinge e scolpisce da vent’anni. Intervistarla è stato un piacere, scoprire insieme a lei tutte le intersezioni tra storytelling, arte e natura una vera sorpresa. Ecco la nostra chiacchierata con questa straordinaria artista di Jesi.
Elisa, partiamo dal principio: qual è per te il legame tra arte e natura?
Non posso scinderle, perché fin dalla mia prima opera si sono intrecciate. Era il dipinto di una gatta che allattava cinque cuccioli, il mio progetto finale all’Istituto d’arte. Non ho più ripetuto per soggetto nello specifico (la gatta era la mia ed è venuta a mancare, troppo dolore) ma continuo a considerarla una grande fonte di ispirazione.
Nelle tue opere ritroviamo gatti, cani, ma anche animali della fattoria e creature più esotiche. Come li scegli?
Cani e gatti sono per me la presenza dirompente della natura, che si fa sentire anche nelle nostre vite di città. Mentre attendo di realizzare il mio sogno, un laboratorio artistico nel bosco, mi ricordano continuamente che il legame con la natura non si spezza mai. Oltre agli animali domestici, mucche, rane, rondini sono presenti nelle mie opere perché li considero tutti piccoli elementi naturali in una vita artificiale come quella di chi vive in città.
Anche gli alberi sono un elemento preponderante nella tua poetica…
Sì, tanto che la mostra che celebra la mia carriera ventennale si chiamerà “Io salgo sull’albero e guardo lontano”. Dal 2004 per me l’arte è un continuo “salire sull’albero” per guardare il mondo da una prospettiva diversa, nutrire il mio legame con la natura e con il femminile. Infatti un altro tema molto importante nella mia poetica è la femminilità, che si lega sia a personaggi reali come la partigiana Giuseppa Perozzi che a fanciulle di fantasia come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Ecco, parliamo delle storie: sappiamo che ti affascinano.
Sì, proprio come il team di Sfide Trasformate, anch’io credo nel potere delle storie, soprattutto quelle che si tramandano da anni. Alice, Pinocchio, il Piccolo Principe hanno un potere dirompente nell’immaginario dei bambini e degli adulti. Proprio a quest’ultimo è stata dedicata una mostra dal titolo “In viaggio col Piccolo Principe: Non si vede bene che col cuore” che è stata interrotta dalla pandemia dopo alcune tappe. Anche qui arte e natura si uniscono: ho preso spunto dalla volpe, una delle protagoniste del romanzo di Saint-Exupéry.
La pandemia è stata una sfida da trasformare anche per te?
Certo. Oltre all’interruzione del tour della mostra, ha impedito anche che continuassi il lavoro del Laboratorio Artistico Elisa Latini, dove insegno a grandi e piccini il rapporto tra arte e natura e permetto loro di esprimere sé stessi con tecniche diverse. Con gli adulti sono riuscita a proseguire: portando i materiali personalmente a casa dei miei studenti e facendo le lezioni a distanza, il rapporto si è consolidato. Nel caso dei bambini, invece, purtroppo ho dovuto interrompere dei bellissimi percorsi.
Forse è proprio insegnare il legame tra arte e natura ai bimbi di città, la tua più grande sfida?
No, non direi. Utilizzo molto le fiabe, come dicevo, che fanno da ponte tra gli animali reali e la loro trasposizione artistica. Forse la più grande sfida non è quella di insegnare il legame tra arte e natura, quanto quella di permettere a ognuno di esprimere sé stesso. Quello tra insegnante e studente, anche nell’arte, è un rapporto di relazione e di fiducia. Per lasciare andare tutti i loro preconcetti, gli studenti di tutte le età devono affidarsi a me completamente. E questo vale anche per me: devo lasciar andare quello che darei per scontato, perché ogni persona, e la sua espressione artistica, sono un’esperienza nuova e diversa.
Si tratta di tirare fuori la loro vulnerabilità, in qualche modo?
Sì, e anche la mia. Continuo a mettermi in discussione e so che, per essere una buona insegnante e una buona artista, devo rimanere aperta al mondo, alla natura, all rapporto con l’altro.
Arte e natura saranno anche i temi delle tue opere per Love Gardens?
Certo! Ho in progetto un’installazione scultorea dedicata all’amore per il mondo animale. Il percorso avrà la forma di una sezione aurea, considerata perfetta nell’arte classica e presente in natura in moltissime creature. Ho scelto topolini e rane, di colore rosso, per guidare il visitatore attraverso l’esposizione. Si tratta di animali che vivono nelle campagne venete e che quindi si troveranno nel loro habitat naturale e accompagneranno il visitatore verso le sculture degli altri animali.
Perché il rosso, e perché questi animali?
Il rosso è il colore dell’amore, ma è anche il colore complementare del verde, che dominerà i Love Gardens. Così il legame tra arte e natura torna a farsi sentire, da un lato in continuità e dall’altro in contrapposizione. Gli animali scelti rappresentano diversi modi di esprimere l’amore. Topi e rane per la fase esplorativa; lumache e pesci per l’intimità e la memoria; gatto e cane per la nascita di relazioni inaspettate; una mucca con galline, un’oca e dei passeri sul dorso per il rispetto di tutte le creature. Alla fine del percorso, il maiale e il cavallo che rappresentano la libertà. Goffa e imbarazzante per uno, maestosa ed elegante per l’altro, ma comunque senza limiti.
Non svelarci altro: scopriremo le tue opere scultoree quando potremo visitare Love Gardens. Come ti sei appassionata a questo progetto?
Aggiungo solo che anche qui la narrazione farà da filo conduttore, grazie alla collaborazione con il comunicatore intuitivo Andrea Contri. Per il resto beh, è il progetto ideale per me: mette insieme arte e natura in maniera armonica, e credo che sarà di grande ispirazione per tutti coloro che hanno un po’ perso il contatto con le piante e gli animali.
Alla fine delle nostre interviste chiediamo sempre: cosa speri che traggano i lettori dal tuo racconto di una vita tra arte e natura?
Quello che io spero di trasmettere è l’amore per la vita, in qualsiasi modo essa si esprima. La vocazione per l’arte e la natura fa parte di me, da vent’anni dipingo, scolpisco, faccio eco-printing. Ma non necessariamente chi legge deve avere la stessa propensione. Vorrei solo che tutti ricordassimo di mettere in discussione le nostre posizioni e scoprire cosa si cela sotto la superficie, per esprimerci al meglio.
Ringraziamo Elisa Latini per aver chiacchierato con noi di arte e natura, di storie e di vocazioni. Non vediamo l’ora di ammirare le sue sculture in Love Gardens.
Seguiteci per leggere altre storie straordinarie di persone ordinarie che affrontano le sfide della vita con entusiasmo e determinazione.
Lascia un commento